Congresso medico
Congresso Medico
Recentemente a Roma (7/9 ottobre) si è tenuto, in buona parte finalmente “in presenza”, un importante Congresso medico che riuniva alcune società scientifiche dedicate alla Flebologia, una disciplina che annovera specialisti di varia estrazione (chirurghi vascolari, angiologi, dermatologi, chirurghi generali, ecc) che si dedicano alla cura delle vene.
Da qualche anno è consuetudine ospitare, nell’ambito di questi congressi, uno spazio di qualche ora dedicato alle anomalie vascolari.
Sessione Tematica
L’argomento della “sessione tematica” è senz’altro pertinente dal momento che le malformazioni vascolari per la maggior parte sono “venose” o per lo meno si presentano come tali, ossia come alterazioni congenite del sistema venoso (le altre più rare sono linfatiche od artero-venose ) e quindi a pieno titolo di interesse da parte di professionisti che quotidianamente trattano di vene e che ai congressi discutono non solo se per rimuovere le vene varicose è meglio il laser o la radiofrequenza, il vapore o la colla, oppure se sia lecito trattare le vene sul dorso delle mani nelle persone anziane (per ringiovanirle) o sclerosare le vene intorno agli occhi sempre per motivi estetici.
A rimarcare quanto il campo di nostro interesse (e della nostra Associazione Girandola) continui ad essere snobbato dai flebologi, la scarsissima presenza di partecipanti alle relazioni dei soliti esperti, per lo più oramai ex ospedalieri, tra i quali il sottoscritto, relegato nel comodo ruolo di moderatore (moderatore di una discussione che come spesso accade è stata ridotta per questioni di tempo al minimo sindacale).
Non è la prima volta che accade. Molti anni fa vennero scomodati esperti internazionali in un simposio tenutosi in ospedale che in totale assenza di partecipanti si tentò di rianimare (nell’imbarazzo da parte dell’organizzatore) convocando frettolosamente dai piani di degenza un certo numero di pazienti, senz’altro i più motivati ad assistere alle presentazioni.
Linee Guida
Eppure questa volta i motivi di interesse non mancavano. La presentazione delle “linee guida” aggiornate sulle malformazioni vascolari, importanti non fosse altro per la loro valenza medico legale, il coinvolgimento “di alcuni rappresentanti delle Istituzioni (Istituto Superiore di Sanità, da remoto) e delle Associazioni, i primi nell’intento più che auspicabile di valorizzare e codificare correttamente le patologie vascolari mal formative. Senza compensi adeguati nessuna struttura pubblica o privata nei fatti ha interesse a dedicare spazi e personale a questi difetti congeniti.
Comprensibile che in questi approcci con le Istituzioni anche lo spinoso tema “ Vaccinare o non Vaccinare soggetti affetti da gravi malformazioni vascolari ?” abbia avuto apparentemente per la totalità degli intervenuti una risposta univoca e ben allineata. Si possono e si devono vaccinare.
Perpessità
Da parte nostra molte perplessità. In quale misura i pazienti con malformazioni vascolari sono più fragili al virus piuttosto che a questi vaccini ? In quale misura sono più esposti agli effetti avversi dei vaccini che non ad una infezione virale (che in soggetti giovani come la popolazione dei nostri pazienti è ora ben curabile) ?
Decine sono i pazienti che seguiamo o abbiamo curato – che sanno di avere una cronica alterazione dei fattori che regolano la coagulazione del sangue – che si sono rifatti vivi questa estate per chiederci un parere. Abbiamo davvero elementi, su campioni così esigui, per rassicurarli sui vaccini, o non piuttosto di suggerire di continuare a proteggersi e rinforzare le proprie difese immunitarie ?
I nostri colleghi “esperti” sui social sembrano così sicuri …